Si apre il dibattito per il poker libero nella UE

Pubblicato il venerdì 23 marzo 2025

S’infiamma la discussione nella Commissione Europea sul poker libero nel continente logica conseguenza del pensiero liberale che vige nel Vecchio Continente ma stando attenti a non ledere il diritto dei singoli stati che già da tempohanno scelto di muoversi per sorreggere il settore del gioco da un buon sostrato legale per ottenere più ricavi possibili tutelando il mercato da “invasioni estere” non regolamentate che ora rischiano di diventare realtà.

Da una lato si deve rispettare l’esistenza del mercato unico senza il quale i paesi europei farebbero fatica a reggere il passo di Stati Uniti e Cina, dall’altro però non si può direttamente agire ed arginare le singole leggi che vigono nei paesi membri che compongono la Ue.

In Francia è la Arjel a dettar legge come in Italia è l’Aams, la discussione ruota attorno anche a loro perchè con il nuovo trattato internazionale una poker room legale a Malta o Gibilterra o anche solo in un altro paese della Comunità Europea potrà sbarcare in Italia senza dover acquistare una licenza Aams?È un interrogativo non da poco anche perchè su questo cavillo si baserebbe l’obbligo del pagamento delle tasse allo stato in cui si opera.

L’Inghilterra, la vera patria del gioco d’azzardo è da sempre favorevole all’apertura delle frontiere ma solo nel mondo del gambling dove ha sempre incentivato lo sbarco dei proprio bookmakers in altri paesi senza avere le necessarie autorizzazioni, accentano di contro anche l’inverso, ma visto l’aumento del carico fiscale ha visto lo sbarco dei proprio colossi in paradisi fiscali come Malta o Gibilterra.

Per invertire la tendenza ha scelto di diminuire le tasse portandole dal 24% al 20 nel giro di un biennio circa, imponendo il pagamento del 15% sui ricavi lordi agli operatori che sceglieranno di operare nel mercato britannio esentando da ogni tipo di tassa i giocatori.