Il governo vuole abolire gli spot sul poker?
Pubblicato il mercoledì 29 febbraio 2025

Il poker on line assieme ai casinò virtuali viaggiano a velocità record in Italia dove costituiscono come comprato del gioco d’azzardo legalizzato la terza industria del paese, ma per far fronta alla dipendenza dannosa il governa sembra intento ad abolire le pubblicità nazionali al pari del fumo.
L’introduzione del poker cash in rete ha richiesto mesi e mesi di regolamentazioni e dibattito, sforando ben oltre il tempo indicato come limite, ed ora è lo stesso governo che pur raccogliendo milioni di euro tassando gli operatori di gioco sembra che lo stesso governo italiano voglia porre un argine per eliminare totalmente o ridurre drasticamente la presenza del gioco d’azzardo nel panorama della pubblicità.
Una scelta motivata per proteggere la popolazione italiana dal rischio di ludopatia di massa seppure lo stesso stato alimenta l’anima del gioco con continui spot sul Superenalotto: questione annosa che non sarà risolta breve come tante altre problematiche italiane: da una parte premono forte gli interessi privati di un settore che gode di ottima salute e che non cessa di aumentare il proprio volume di affari, industria che giova anche l’erario che mette in vendita altre licenze di gioco e raccoglie grosse entrare con la tassazione, dall’altra c’è l’esigenza morale di mantenere stabile il livello di salute mentale della popolazione su cui poggi il futuro.
Al pari delle droghe pesanti il gioco d’azzardo può distruggere delle vite ma non è abolendo gi spot che si combatte la dipendenza dal gioco: la crisi economica ha alimentato il volume di giocatori che hanno scelto di affidarsi alla Dea Bendata per sbarcare il lunario, e ciò è imputabile ad una politica fallimentare dei vari governi che non hanno fatto nulla per rilanciare l’economia.
Elisabetta Rampi del Pd è la fautrice dalla proposta arrivata in Parlamento per essere discussa e successivamente approvata dal Senato dove il senatore Raffaele Lauro ha già detto di essere d’accordo ad una norma che vienti tali spot al pari dell’industria del tabacco.
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